Breve Riepilogo
Questo video analizza criticamente la "pace impossibile" in Medio Oriente, mediata da Donald Trump, e le sue implicazioni. Si discute se si tratti di una vera pace o solo di una tregua precaria, paragonandola agli accordi di Monaco del 1938. Vengono esaminati gli interessi economici e geopolitici in gioco, inclusa la "Via del Cotone" e lo sfruttamento delle risorse di Gaza. Infine, si affronta il tema della crescente povertà in Italia e delle scelte politiche che privilegiano la spesa militare a discapito del benessere sociale, culminando con la discussione sulla delocalizzazione di Stellantis negli Stati Uniti e il ruolo delle élite industriali italiane.
- La "pace" in Medio Oriente è vista come una tregua fragile con interessi economici sottostanti.
- La povertà in Italia è in aumento, mentre le risorse vengono dirottate verso la spesa militare.
- La delocalizzazione di Stellantis negli Stati Uniti è un esempio di come gli interessi privati prevalgano sull'interesse nazionale.
Introduzione
Carlo introduce gli ospiti, Gilberto Trombetta, giornalista economico, e Gabriele Guzzi, economista e presidente del movimento L'indispensabile, autore del libro "Eurosuicidio". Si discute brevemente dell'evento del decennale del Vaso di Pandora a Verona, sottolineando l'importanza dell'incontro fisico tra i membri della comunità.
La Pace Impossibile?
Gabriele Guzzi analizza l'accordo di pace mediato da Trump tra Israele e Palestina, definendolo una "tregua appesa a un filo". Esprime perplessità sull'efficacia dell'accordo nel garantire una vera fine dei conflitti, paragonandolo agli accordi di Monaco del 1938. Guzzi critica la mancanza di conseguenze per la "pulizia etnica" compiuta da Israele e il rischio che l'accordo sia solo una pausa tattica per completare i piani di espansione territoriale.
Accordi di Abramo e la Via del Cotone
Gilberto Trombetta collega l'accordo di pace agli Accordi di Abramo, visti come prodromi di una normalizzazione dei rapporti tra Israele e alcuni paesi arabi. Questi accordi sono considerati fondamentali per la realizzazione della "Via del Cotone", l'alternativa americana alla Via della Seta cinese. Trombetta sottolinea come la Striscia di Gaza sia stata di fatto inglobata in questo progetto, con il consenso dei paesi arabi, e come le recenti violenze fossero in qualche modo prevedibili in questo contesto.
Interessi Geopolitici e Sfruttamento delle Risorse
Gabriele Guzzi ipotizza che l'obiettivo sia tornare a una situazione simile al protettorato britannico dopo la fine dell'Impero Ottomano. Cita Tony Blair come possibile capo di un comitato tecnocratico per la ricostruzione di Gaza, sottolineando i suoi legami con il settore energetico anglosassone e i giacimenti di gas al largo di Gaza. Guzzi evidenzia come i paesi arabi vedano i palestinesi come un problema interno e come la Turchia di Erdogan rappresenti un competitor per Israele nella regione. Sottolinea la fragilità di Israele e il rischio di un aumento del terrorismo interno a causa dell'odio generato dalle violenze.
La Torta della Ricostruzione
Gilberto Trombetta commenta le stime di 55-70 miliardi di dollari per la ricostruzione di Gaza, sottolineando come, tristemente, si facciano già i conti su come guadagnarci. Traccia un parallelo con la situazione in Ucraina, dove si discute della ricostruzione mentre il conflitto è ancora in corso, evidenziando come le guerre siano sempre un'occasione di lucro per alcuni.
Povertà in Italia e Scelte Politiche
Si affronta il tema della crescente povertà in Italia, con 5,7 milioni di poveri assoluti, il triplo rispetto a 20 anni fa. Gilberto Trombetta sottolinea come la povertà non sia solo un fenomeno legato all'immigrazione, ma colpisca anche gli italiani. Critica le scuse dei governi che adducono alla mancanza di risorse per giustificare il mancato intervento a favore dei salari e dello stato sociale, mentre si trovano magicamente i soldi per armare l'Ucraina e comprare armi dagli Stati Uniti.
Eurosuicidio e Autolesionismo Europeo
Gabriele Guzzi parla di "eurosuicidio" e di come l'Europa abbia commesso atti di autolesionismo negli ultimi 30-40 anni. L'Italia è stata la vittima principale di questa integrazione europea, con vantaggi competitivi concessi alla Germania a discapito del sistema politico e culturale italiano. Guzzi evidenzia come anche Germania e Francia stiano entrando in una fase di profonda confusione e incertezza, con leader che sembrano incapaci di affrontare la situazione.
Stellantis e la Delocalizzazione
Carlo introduce il tema della delocalizzazione di Stellantis negli Stati Uniti, con un investimento di 13 miliardi di dollari e la creazione di 5.000 posti di lavoro, a fronte di 10.000 tagli in Italia negli ultimi 4 anni. Gilberto Trombetta critica la mancanza di uno stato forte e serio che abbia saputo tutelare un settore strategico come quello automobilistico, nonostante i miliardi di euro di aiuti pubblici versati negli anni.
Capitalismo e Interessi Privati
Gabriele Guzzi sottolinea come il sistema automobilistico occidentale non regga più la concorrenza con quello cinese. Critica la mancanza di investimenti e la perdita di competitività dell'Italia, costretta a inseguire la Cina. Guzzi afferma che un'industria strategica non può essere lasciata nelle mani dei grandi capitalisti, che spesso hanno fatto peggio dello Stato.
Eredità Agnelli e Dubbi
Gilberto Trombetta condivide un aneddoto sulle cause legali relative all'eredità di Gianni Agnelli. Cita un testamento del 1998 in cui Agnelli nominava Edoardo Agnelli come suo successore, salvo poi depositare un altro documento nel 2000 che dava a Edoardo il 25% della dicembre, la guida della Fiat. Edoardo morì suicida il giorno dopo. Trombetta sottolinea la coincidenza temporale e solleva dubbi sulla vicenda.
Conclusioni
Carlo ringrazia gli ospiti e saluta gli ascoltatori.