Breve Sommario
Questo video esplora la civiltà nuragica in Sardegna, concentrandosi sui suoi monumenti, la sua società e la sua arte. Il video descrive i nuraghi, le tombe dei giganti, i templi a pozzo e i villaggi nuragici, fornendo informazioni sulla loro costruzione, funzione e significato. Inoltre, il video analizza la produzione di bronzetti e la scoperta della necropoli di Monte Prama, che ha rivelato importanti sculture in pietra. Il video conclude con una riflessione sulla fine della civiltà nuragica, attribuendola a diversi fattori concomitanti.
- I nuraghi erano strutture difensive e civili, con diverse tipologie e complessità.
- Le tombe dei giganti erano sepolture collettive, con una struttura tipica e diverse varianti.
- I templi a pozzo erano edifici sacri, con una struttura comune in tutta la Sardegna.
- La produzione di bronzetti fornisce informazioni sulla società nuragica, che non conosceva la scrittura.
- La necropoli di Monte Prama ha rivelato importanti sculture in pietra, tra cui arcieri e pugilatori.
La Civiltà Nuragica
Il video inizia con una presentazione della civiltà nuragica, che prende il nome dai nuraghi, imponenti monumenti architettonici che caratterizzano il paesaggio sardo. La civiltà nuragica è nota per i suoi nuraghi e la piccola statuaria in bronzo, ma ha lasciato numerose altre testimonianze significative. La civiltà nuragica si sviluppò nell'età del bronzo medio, tra il XVI e il XIV secolo a.C., e raggiunse il suo apice nel bronzo recente, tra il XIII e l'XI secolo a.C., con la costruzione di imponenti strutture architettoniche.
I Nuraghi
I nuraghi sono strutture imponenti, con un numero elevatissimo (circa 8.000) in rapporto al lasso di tempo della loro costruzione. I nuraghi più antichi risalgono alla media età del bronzo (XVI-XV secolo a.C.), mentre la costruzione di nuovi nuraghi sembra cessare dopo il bronzo finale (fine X secolo a.C.). I nuraghi erano utilizzati anche nella prima età del ferro (IX-VIII secolo a.C.), con eventuali ristrutturazioni e l'aggiunta di ambienti abitativi. La forma più semplice di nuraghe è costituita da una torre tronco-conica con uno o più vani circolari sovrapposti, coperti da una falsa volta a tholos. I nuraghi più semplici sono definiti "mono-torri", ma spesso venivano aggiunte altre torri, variamente disposte. Le torri erano collegate tra loro da cortine sormontate da camminamenti, con corridoi che formavano il "bastione". I nuraghi possono essere classificati in base alla loro complessità, da una piccola torre laterale a vere e proprie fortezze con torri angolari. La torre principale è definita "maschio", con un cortile che consentiva la comunicazione tra le torri e dove poteva essere ricavato un pozzo per la riserva d'acqua. Alcuni nuraghi complessi non sono frutto di aggiunte successive, ma sembrano essere stati concepiti secondo un progetto definito fin dall'inizio. I nuraghi avevano una funzione civile e militare, destinati al controllo del territorio e alla difesa delle sue risorse. Le indagini più recenti suggeriscono l'esistenza di sistemi territoriali in cui uno o più aggregati abitativi erano finalizzati al controllo e allo sfruttamento delle risorse del territorio.
I Nuraghi a Corridoio
Oltre ai nuraghi a tholos, esistono strutture particolari definite "nuraghi a corridoio", "pseudo nuraghi" o "proto nuraghi". Queste strutture non seguono la forma più consueta, presentando uno o una serie di corridoi, nicchie e passaggi comunicanti. Gli spazi interni sono molto angusti rispetto alla notevole massa muraria, e la parte più funzionale doveva essere il terrazzo, dove potevano essere ricavati ambienti di abitazione. I dati emersi dai pochi nuraghi a corridoio scavati sembrano confermare l'arcaicità di alcuni di essi. In alcuni casi, un'antica struttura a corridoio è stata trasformata in un nuraghe complesso.
I Villaggi Nuragici
Intorno ai nuraghi si trovano i resti dei villaggi, costituiti da un numero variabile di capanne. La forma più consueta di capanna nuragica è quella circolare, con struttura muraria realizzata in pietre di medie dimensioni, sgozzate e sovrapposte senza fondazioni. La copertura originaria doveva essere conica, costituita da pali e frasche. Spesso nella parete interna sono ricavati nicchie e stipetti funzionali all'uso abitativo, e si conservano tracce del focolare. I villaggi possono essere composti da poche unità o da molte decine di capanne, fino a 100-200, sia isolate sia collegate tra loro da tratti di muratura curvilinea o rettilinea che determinano piccoli recinti e ambienti di risulta. Questi nuclei si articolano talvolta intorno ad un cortile centrale lastricato, con una cisterna o un pozzo. I numerosi villaggi indicano chiaramente l'esistenza di un popolamento molto intenso della Sardegna, mentre i rinvenimenti materiali fanno intravedere una società strutturata ed organizzata.
Le Tombe dei Giganti
A non molta distanza dai nuraghi si conservano spesso singolari sepolture megalitiche dette "tombe dei giganti". Le tombe dei giganti sono sepolture collettive, destinate a contenere decine di individui, e in alcuni casi anche un centinaio di inumati. Apparvero nella loro forma definitiva già dalle prime fasi della civiltà nuragica, nell'ambito del bronzo medio (1600-1500 a.C.). Le tombe dei giganti presentano tutte uno schema di pianta comune: un vano funerario rettangolare racchiuso entro un corpo tombale absidato nella parte posteriore e due bracci lunati sulla fronte. La copertura esterna della camera funeraria presenta altezza decrescente dalla fronte verso il fondo. Anche i bracci lunati decrescono dal centro alle estremità e racchiudono a loro volta un'area semicircolare, la cosiddetta "esedra". In base alla tecnica costruttiva, si possono dividere le tombe dei giganti in due gruppi fondamentali: le tombe con esedra a "dorm tosta" di estelle e centinata e quelle con facciata a filari e ingresso architravato. Le tombe a struttura ortostatica sono diffuse nella Sardegna centro-settentrionale e solo sporadicamente nel meridione dell'isola. La stele centinata è formata da una o due grandi pietre lavorate che costituiscono una grande lastra arrotondata nelle estremità. La stele è provvista di cornice sui bordi e listello trasversale a metà corpo. Alla base è scolpito un portello molto angusto. Questo portello, per le dimensioni piuttosto ridotte, è difficile da interpretare come un elemento funzionale. Si tratta piuttosto di un elemento di valenza simbolica, probabilmente la rappresentazione dell'ingresso nel regno degli inferi. Nell'area antistante la tomba venivano praticati ricchi per i defunti, che non si limitavano al momento della deposizione, ma probabilmente si ripetevano più volte in determinate ricorrenze. Nelle vicinanze di numerose tombe dei giganti si conservano "betis", pietre di medie e grandi dimensioni. Queste pietre di forma conica o cilindrica, talvolta provviste di bozze o di incavi mammellari, simboleggiano la forza fecondatrice del principio maschile e la fertilità di quello femminile. Documentano il persistere dell'antico culto delle pietre di tradizione neolitica. Vi è poi un consistente numero di tombe che presentano in facciata ordinate i filari di pietre sovrastati dalla cosiddetta "asstel" o "con cio a dentelli", un monolito all'incirca trapezoidale con tre incavi. Nelle ultime fasi della civiltà nuragica, a partire dal X secolo a.C., sembra cessare la costruzione delle grandi tombe megalitiche collettive e si va diffondendo l'uso di sepolture individuali, sia del tipo a fossa rivestita e coperta da lastre, sia del tipo a pozzetto scavate nella roccia.
I Templi a Pozzo
I monumenti di maggior rilievo dell'architettura sacra dell'età nuragica sono i "templi a pozzo" o "pozzi sacri". Questi edifici presentano uno schema uguale in tutto il territorio isolano. Il disegno costruttivo del pozzo consta di tre parti essenziali: un vestibolo a fior di suolo di varie figure planimetriche, per lo più aperto verso l'esterno, talvolta con banchine; una scala o rampa unica rettilinea, coperta da un solaio di architravi che seguono la linea discendente dei gradini; e un vano a tholos che fa da pozzo o che ricopre un pozzo sottostante. All'architettura dei templi a pozzo si avvicina in tono minore quella delle fonti sacre, caratterizzate dalla mancanza delle scale. Non tutte le fonti furono oggetto di devozione: alcune poterono essere semplici sorgenti protette da muretto, destinate all'uso quotidiano.
Altri Edifici Sacri
Uno schema templare del tutto differente è rappresentato dal "templo a megaron", un edificio rettangolare con partizioni interne ed esterne, prolungato in ante. Questo tipo di struttura era documentato sino a qualche decennio fa solo da pochi edifici, ma recenti indagini nella Sardegna centrale hanno evidenziato diversi templi di tale tipo. Sempre di anni recenti è la scoperta di nuovi edifici dei quali non si coglie ancora appieno la struttura completa, ma certamente di carattere culturale. Le cosiddette "rotonde" si tratta di edifici circolari in opera a secco, con copertura a tholos, talvolta preceduti da un atrio o vestibolo. All'interno dei vani non si trova né una fonte né una canna di un pozzo, ma il rinvenimento di canalette in molti di essi fa ritenere che vi si dovessero comunque tenere riti illustra ii e libagioni.
La Società Nuragica
Le vicende della civiltà nuragica si possono ricostruire oltre che dai resti monumentali anche da quelli materiali, che forniscono elementi importanti sia sugli oggetti usati sia indirettamente sulle attività svolte. Appare così una società articolata che, pur con differenze locali dovute anche alle caratteristiche morfologiche ed ambientali, risulta omogenea in tutta la Sardegna. Nell'ambito della produzione materiale della civiltà nuragica spicca quella della metallurgia, ed in particolare la realizzazione della piccola statuaria in bronzo, comunemente riassunta con nome improprio di "bronzetti". Realizzati a partire dal bronzo finale, i bronzetti nuragici costituiscono la migliore testimonianza per comprendere una società che, seppure estremamente evoluta, non conosceva la scrittura. La maggior parte delle figurine, avendo queste una funzione di ex voto, proviene da luoghi di culto. Solo alcune statuette sono state rinvenute nei nuraghi, mentre pochi esemplari sono stati ritrovati in edifici civili e funerari. Moltissime tra le statuine di bronzo rappresentano guerrieri con armature differenziate, alcune talmente elaborate da far pensare ad abbigliamenti da parata. Sempre in posizione istante, sono spesso rappresentati in atteggiamento di preghiera, con la mano destra alzata o tesa in avanti. Caratterizzate da un ampio mantello, le figurine dei capi tribù spiccano per maestosità e severità espressiva. Nonostante il ruolo importante che questi personaggi dovevano avere nell'ambito della società, sottolineato anche dal bastone impugnato con la mano sinistra, l'atteggiamento di fronte alla divinità è quello comune a tutti i devoti, con la mano destra atteggiata al saluto-preghiera.
La Scultura in Pietra
Meno conosciuta, ma non per questo meno significativa, è la produzione in pietra, strettamente legata come del resto quella della bronzistica figurata alla religiosità. Fino ad una trentina di anni fa, gli esemplari di sculture in pietra si limitavano ad una testa di toro dal santuario nuragico di Santa Vittoria di Serri e ad alcune riproduzioni di nuraghi, quale quella ritrovata nella cosiddetta "capanna delle riunioni" presso il nuraghe Palmavera di Alghero. Le ricerche degli ultimi decenni hanno portato al rinvenimento di un numero molto consistente di modelli di nuraghe in pietra, ma soprattutto alla scoperta e allo scavo della necropoli di Monte Prama a Cabras, nella penisola del Sinis, dove per la prima volta sono venute in luce rappresentazioni della figura umana.
La Necropoli di Monte Prama
La necropoli è composta da un filare di 30 tombe del tipo a pozzetto, collocate in uno spazio ben distinto e delimitato. Frammenti di statue sono stati ritrovati al di sopra delle sepolture o negli spazi limitrofi. Insieme alle statue sono stati ritrovati numerosi modelli di nuraghe in arenaria. Le statue si articolano in due tipologie fondamentali: arcieri e pugilatori, che si coprono la testa con lo scudo. È rappresentata anche la figura del guerriero. La figura del pugilatore è conosciuta anche nella bronzistica nuragica, ma solo da pochissimi esemplari. Molto probabilmente rappresenta un personaggio di rilievo operante in giochi sacri, forse anche cruenti, in onore della divinità, piuttosto che un soldato armato alla leggera per il combattimento corpo a corpo, come proposto da qualcuno. Il recente lavoro di restauro ha consentito di ricomporre parte delle statue e dei modelli di nuraghe, e di fornire alcune indicazioni sulla loro realizzazione. Senza un ulteriore intervento di scavo, non è invece possibile capire la loro originaria collocazione. Non sembra infatti verosimile l'associazione delle statue alla necropoli, come proposto in passato, ma dobbiamo piuttosto pensare all'esistenza di un edificio sacro o ad un complesso culturale dei tipi conosciuti nella Sardegna nuragica.
La Fine della Civiltà Nuragica
Una produzione artistica così notevole come quella delle grandi sculture di Mont'e Prama, ma anche della piccola statuaria in bronzo, presuppone una società ben strutturata che avrebbe potuto passare dalla comunità di villaggio a quella urbana. Invece, un evento di cui non riusciamo a cogliere la natura, o meglio, come spesso accade per la fine delle grandi civiltà, diversi fattori concomitanti hanno portato, dopo tanto splendore, alla fine della civiltà nuragica.