Presentazione rapporto CMCC “Analisi del rischio. I cambiamenti climatici in Italia”

Presentazione rapporto CMCC “Analisi del rischio. I cambiamenti climatici in Italia”

Breve Sommario

Il rapporto CMCC analizza i rischi dei cambiamenti climatici in Italia, evidenziando scenari futuri, impatti settoriali e costi economici. Sottolinea l'importanza di una risposta multidisciplinare e di strategie di adattamento sostenibili, offrendo esempi di buone pratiche e opportunità di investimento.

  • Il rapporto evidenzia come i cambiamenti climatici stiano già impattando l'Italia e come questi impatti siano destinati ad aumentare.
  • Vengono presentati diversi scenari climatici futuri, basati su differenti livelli di emissioni di gas serra.
  • Si analizzano i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici su diversi settori chiave, come i sistemi urbani, il rischio idrologico, le risorse idriche, l'agricoltura e le foreste.
  • Vengono forniti degli indici di rischio climatico e di resilienza ai disastri, che permettono di valutare la vulnerabilità del territorio italiano.
  • Si sottolinea l'importanza di investire in adattamento e mitigazione, e vengono presentati degli esempi di buone pratiche.

Introduzione al Rapporto CMCC sui Rischi Climatici in Italia

Mauro Buonocore introduce il rapporto CMCC sull'analisi del rischio dei cambiamenti climatici in Italia, curato dalla professoressa Donatella Spano. Il rapporto mira a evidenziare gli scenari climatici attesi e i rischi associati a diversi livelli di riscaldamento globale. Riflette l'approccio multidisciplinare del CMCC, che studia l'interazione tra clima, società ed economia. Buonocore cita il presidente del CMCC, Antonio Navarra, sottolineando il ruolo della ricerca scientifica nell'illuminare la complessità delle società contemporanee e nell'informare le decisioni collettive. Il CMCC si inserisce in un ciclo che parte dalla ricerca scientifica, passa attraverso la conoscenza, supporta i processi decisionali e si conclude con azioni e iniziative che impattano la società, le persone e l'economia.

Obiettivi e Contenuti del Rapporto

La professoressa Donatella Spano presenta il rapporto, realizzato dalla Fondazione CMCC, un network di istituti di ricerca pubblici e privati. Ringrazia la European Climate Foundation per il supporto. Il rapporto è accompagnato da un executive summary in inglese e italiano e da sette infografiche. Il report si concentra su cinque settori chiave, analizza i costi economici e le risorse finanziarie, e mette in evidenza buone pratiche di adattamento. Gli obiettivi del rapporto sono mantenere alta l'attenzione sul cambiamento climatico, fornire una sintesi delle conoscenze scientifiche sugli impatti e i rischi, rappresentare gli impatti a diversi gradi di riscaldamento e modelli di sviluppo, delineare opportunità finanziarie per ridurre la vulnerabilità e contribuire a strategie di sviluppo basate sulla sostenibilità. L'accessibilità e la comunicazione sono aspetti importanti, con l'obiettivo di costruire una cittadinanza consapevole. I contenuti del rapporto sono utili per il processo decisionale, la programmazione, la pianificazione, l'allocazione delle risorse, i negoziati internazionali e per aumentare la consapevolezza e il coinvolgimento dei portatori di interesse.

Il Clima Futuro per l'Italia: Scenari e Proiezioni

Il rapporto inizia con un capitolo dedicato al clima futuro per l'Italia, considerando scenari con diverse emissioni, da basse (con mitigazione) ad alte (senza mitigazione). Questi scenari influenzano temperatura, precipitazioni ed eventi estremi. I modelli regionali del CMCC, con una risoluzione fino a 8 km (e in futuro 2 km), forniscono un quadro dettagliato del territorio italiano. Si prevede un aumento della temperatura fino a 5 gradi entro il 2100, con differenze tra nord, centro e sud. Nello scenario peggiore, si avranno più piogge in inverno al nord e al centro, e meno in estate. L'intensità delle precipitazioni sarà maggiore in estate e autunno, aumentando il rischio di eventi estremi come ondate di calore e periodi prolungati senza pioggia. Questi indicatori climatici influenzano diversi settori, aggravando il rischio idrologico, impattando la salute, aumentando il consumo di energia e favorendo gli incendi. Il rapporto considera anche l'impatto sul mare e sulle coste, con aumento della temperatura superficiale, del livello del mare (6 cm nell'Adriatico, 8 cm nel Tirreno), acidificazione ed erosione costiera, con conseguenze sui beni e servizi ecosistemici.

Analisi del Rischio Aggregato per l'Italia

Il rapporto valuta il rischio aggregato per l'Italia, considerando pericolo, vulnerabilità ed esposizione, esacerbati dai cambiamenti climatici. Si analizza la capacità di resilienza e di riduzione del rischio di disastri. Vengono utilizzati tre indici: l'indice di rischio climatico, l'indice di eventi meteorologici estremi e l'indice di resilienza ai disastri. I risultati sono presentati sotto forma di mappe, che mostrano la distribuzione della vulnerabilità e della capacità di adattamento a livello regionale e provinciale. Tutto il territorio nazionale è interessato dal rischio climatico, con una minore capacità di adattamento al centro-sud. Anche le regioni settentrionali devono attrezzarsi. Il rischio è in crescita, soprattutto per gli eventi estremi, con un aumento del 9% negli ultimi vent'anni. Sono necessari indici compositi per l'analisi a diverse scale e ulteriore ricerca per ottenere dati sempre più avanzati.

Impatti e Rischi Settoriali: Sistemi Urbani e Rischio Idrologico

Il report esamina gli impatti e i rischi su cinque settori chiave. I sistemi urbani sono considerati "hot spot" per vulnerabilità ed esposizione a causa della concentrazione di popolazione e servizi. Le ondate di calore e le precipitazioni intense impattano sulla salute (malattie cardiovascolari e respiratorie, mortalità) e sulla sicurezza, danneggiando infrastrutture e servizi. Le fasce più fragili della popolazione sono le più colpite. L'Italia è un paese ad alto rischio idrologico, e i cambiamenti climatici amplificano questo rischio, agendo su un territorio già complesso. Fattori antropici come l'espansione urbana e la bassa qualità degli insediamenti, insieme all'aumento delle temperature e alle piogge intense, aumentano il rischio di dissesto e frane, con una tendenza in aumento su tutto il territorio nazionale.

Risorse Idriche, Agricoltura e Foreste a Rischio

L'Italia è un paese con stress idrico medio-alto, e i cambiamenti climatici peggiorano la quantità e la qualità dell'acqua disponibile. I rischi per la quantità sono evidenti nei mesi estivi e nelle zone semi-aride. La qualità è a rischio su tutto il territorio. Aumenta la competizione tra diversi settori (usi civili, agricoltura, industria, energia, turismo). È necessario adeguare le infrastrutture per ridurre le perdite d'acqua. Il settore agricolo è importante per l'Italia, ma gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno sentire sulle produzioni vegetali e animali. Si registrano impatti sulla disponibilità idrica, sul ciclo di vita delle piante, sul benessere del bestiame, con diminuzione della quantità e qualità delle produzioni e sulle qualità nutrizionali del cibo. È necessaria una programmazione specifica per i territori e una visione complessiva verso uno sviluppo agricolo sostenibile e tecnologico. Per quanto riguarda le foreste, gli incendi boschivi rappresentano una minaccia, considerando che coprono il 35% del territorio nazionale e forniscono servizi importanti. Gli scenari peggiori prevedono un aumento del rischio incendio, un allungamento della stagione degli incendi e un aumento dell'area bruciata, con conseguente incremento delle emissioni in atmosfera e impatti sulla salute umana.

Costi Economici degli Impatti Climatici e Opportunità di Investimento

Il rapporto evidenzia come i costi degli impatti dei cambiamenti climatici in Italia aumentino rapidamente con l'aumentare della temperatura. Se si rispettano gli impegni dell'accordo di Parigi, l'impatto è contenuto, ma in uno scenario di aumento elevato della temperatura si può arrivare fino a un 8% di perdita del PIL pro capite. I settori più colpiti sono il rischio dovuto al dissesto idrogeologico, l'innalzamento del livello del mare, l'agricoltura e il turismo. Aumenti di temperatura limitati a 2 gradi limitano le perdite a circa 0,5%, mentre aumenti fino a 4 gradi portano a un aumento esponenziale delle perdite pro capite, fino all'8%. Questo aumenta la disuguaglianza economica tra le regioni, con impatti più negativi per quelle svantaggiate. Gli investimenti per contrastare gli impatti dei cambiamenti climatici sono fondamentali e rappresentano un'opportunità per l'Italia, con una visione di sviluppo sostenibile. Questo è un'occasione per pensare a nuove imprese e modalità di gestione sostenibile del territorio, con imprese ed enti pubblici che collaborano per investire nello sviluppo sostenibile. Il rapporto contiene esempi di buone pratiche a livello locale e regionale, e cita il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e progetti LIFE. È possibile ridurre il rischio e la vulnerabilità con azioni di breve periodo e costi limitati. Le azioni di adattamento promuovono la qualità della vita e la sostenibilità dello sviluppo socio-economico italiano.

Conclusioni e Prospettive Future

Il rapporto sottolinea il ruolo della ricerca scientifica e la capacità di analizzare i rischi e identificare misure di adattamento a diversa scala. È necessario disporre di modelli ad alta risoluzione per supportare le scelte per l'adattamento. È importante conoscere meglio il rischio nel dettaglio e ridurre l'incertezza associata agli indici di rischio, lavorando sulla ricerca avanzata per gli indici di eventi estremi. Bisogna lavorare sulle soluzioni di adattamento a livello locale, contribuire a ridurre la vulnerabilità del territorio e integrare l'adattamento nelle politiche pubbliche. Questo report pone le basi per far capire che le risorse economiche disponibili devono essere utilizzate con nuovi modelli di produzione e impresa, orientati alla gestione sostenibile del territorio. Investire nello sviluppo sostenibile è fondamentale, seguendo l'indirizzo del Green Deal europeo. La comunità scientifica si impegna a elaborare in una prospettiva di ricerca multidisciplinare e a mettere i risultati al servizio della società, continuando a produrre conoscenza a beneficio del sistema paese.

Commenti e Reazioni al Rapporto da Parte di Esperti

Andrea Barbabella (Fondazione Sviluppo Sostenibile) sottolinea l'importanza del rapporto, specialmente nel momento in cui si decidono le sorti economiche del paese per i prossimi anni. Evidenzia come il clima sia una questione economica e come sia necessario allineare gli obiettivi climatici. Cita uno studio della fondazione che stima un 8% di danni al PIL nella seconda metà del secolo, pari a 103 miliardi di euro. Sottolinea che queste stime potrebbero essere al rialzo a causa della difficoltà di prevedere gli eventi estremi. Il clima sta peggiorando più velocemente del previsto. Apprezza l'approccio settoriale dello studio, fondamentale per dare concretezza alle politiche climatiche. Sottolinea l'importanza di contabilizzare già oggi la bolletta che paghiamo al cambiamento climatico. Bisogna agire ora per non precludere qualsiasi possibilità di crescita futura.

Mariagrazia Midulla (WWF) afferma che il rapporto è un'agenda politica e che la questione climatica è integrata con tutte le attività economiche e la sicurezza sociale. L'Italia, come paese mediterraneo, è particolarmente esposta. Propone di creare un'alleanza mediterranea per affrontare la sfida climatica. Occorre accelerare l'azione e avere coerenza delle politiche. Il 37% dei fondi europei sarà destinato a politiche connesse al clima, ma è importante che anche il resto dei fondi sia coerente. Bisogna porsi l'obiettivo di ridurre le emissioni al 55% entro il 2030 e attrezzarsi per l'adattamento, che non va confuso con il solo affrontare il dissesto idrogeologico. Mitigazione e adattamento sono politiche sinergiche e integrate.

Luca Iacoboni (Greenpeace) ringrazia gli autori e sottolinea che lo studio traccia un quadro del presente, non solo del futuro. La scienza parla alle persone e va ascoltata. Bisogna smettere di chiamare "maltempo" le conseguenze dei cambiamenti climatici e di parlare di "costi" quando si fanno interventi di adattamento e mitigazione, perché sono investimenti per il futuro. Bisogna fare attenzione a come vengono spesi i soldi della ripartenza post-Covid, perché non devono aggravare i rischi climatici, ma essere spesi per adattamento e mitigazione. Quando si parla di clima, si parla di diritti, disuguaglianze, reddito, economia, occupazione, salute e qualità della vita.

Jacopo Bencini (Italia Climate Network) ringrazia il CMCC per il lavoro, che è uno strumento per il lavoro di advocacy con la politica. In un anno senza negoziati internazionali sul clima, il rapporto riporta l'attenzione sul contesto italiano. Il rischio è tornato di attualità a causa della pandemia, e il rischio legato ai cambiamenti climatici è cresciuto del 9% negli ultimi vent'anni. È necessario un nuovo modello di sviluppo sostenibile tramite la mitigazione delle emissioni e il rafforzamento della resilienza del sistema paese. L'Italia non ha ancora un piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. I costi degli impatti aumentano rapidamente e in modo esponenziale. Gli effetti dei cambiamenti climatici acuiscono le disuguaglianze tra regioni più ricche e più povere. È necessario investire e citare le buone pratiche.

Domande e Risposte: Scenari, Agricoltura, Incendi e Governance

Paola Mercogliano spiega che sono stati usati sia i dati del programma Euro-Cordex alla massima risoluzione disponibile (circa 12 km) sia i dati del modello del CMCC (8 km). Sono stati considerati tre scenari: RCP 2.6, 4.5 e 8.5. Gli orizzonti temporali arrivano fino al 2100, con focus anche intorno al 2050.

Valentina Mereu sottolinea che l'allevamento, così come il settore agricolo in generale, deve essere ripensato in un'ottica integrata che tenga conto dell'adattamento e della mitigazione.

Chiara Carraro spiega che la sensibilità è stata articolata per ciascun settore diversamente, per esempio come danno causato dall'alluvione o dalla siccità. Dove non ci sono funzioni di danno, è stato utilizzato un approccio indicator-based.

Valentina Bacciu spiega che gli incendi boschivi hanno un enorme impatto sui cambiamenti climatici, sia sulla qualità dell'aria sia sulla perdita di biomassa che stocca carbonio. Ci sono forti feedback tra i diversi sistemi.

Donatella Spano sottolinea che gli indici di rischio sono disponibili a livello regionale e provinciale e che le analisi sono legate alla risoluzione del modello climatico. Il report è utile per l'adattamento a livello locale.

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